“… Si sta facendo quasi buio quando il giovane entra in una libreria in rue Dante… Dietro la scrivania siede una giovane donna. I folti capelli castano-dorati, raccolti in un’acconciatura modesta e fermati con un pesante nastro di velluto nero, brillano alla luce della lampada da tavolo… Si chiama Camille-Léonie Doncieux ed é la donna del destino di Claude Monet… La dipingerà diciannovenne, bella e sdegnosa, con un abito verde da passeggio con un lungo strascico. La trascinerà nella sua vita Bohémienne e l’amerà…”
Tratto da “La donna con il vestito verde di Stéphanie Cowell”
Giverny e Monet: l’emozione di vivere dentro un quadro impressionista
La sua capacità di catturare la luce, l’emozione nei suoi infiniti tocchi di pennello, la passione, la caparbietà e la dedizione. Il dono di saper vedere oltre. Tutto questo ed altro ancora fa di Claude Monet uno dei miei pittori preferiti. Quando ho visitato il Musée d’Orsay sono rimasta incantata ad osservare le sue opere. In molte di quelle esposte c’é lei, la donna che lo ha accompagnato nei primi anni della sua vita, nell’età dell’oro quando la passione brucia e la smania di successo pulsa nelle vene.
La storia di Monet e Camille é passionnale e tormentata. E’ una storia d’amore a Paris.
E’ magica.
Lei sarà la sua prima ed unica musa.
Dopo di lei, Monet non userà piu’ modelli come protagonisti dei quoi quadri. Se lo farà li relegherà al ruolo di comparse dietro al paesaggio, sempre in primo piano.
E se poi Monet, su richiesta della seconda moglie, distruggerà foto, corrispondenza e quant’altro fosse appartenuto a Camille, i quadri restano.
L’emozione dei momenti trascorsi insieme, la passione trasposta sulla tela, la delicatezza di un sentimento ritratto in mille sfumature non la potrà mai cancellare nessuno… Per fortuna.
Basta osservare i quadri di Monet per capire che dietro c’era un grande sentimento, altrimenti non sarebbe stato capace di dipingere cosi’, con tutta l’anima.
Quando mi sono ritrovata sugli stessi luoghi che hanno ispirato Monet mi sono emozionata!
E dico davvero. Giverny é un piccolo paesino di campagna ad un’oretta circa da Parigi.
Accanto al villaggio c’é un grandissimo parcheggio gratuito, cosi’ potrete andare in auto senza paura di essere spennati 😉
Se siete a piedi so che diverse compagnie organizzano spedizioni con i pullman. Un consiglio che vi do spassionatamente, dopo aver vissuto la stessa esperienza, é quello di prenotare online i biglietti per evitare una coda chilometrica (credetemi non sto esagerando).
Altrimenti c’é un altro escamotage… ma ve ne parlo tra un po’…
Quando siamo arrivati a Giverny non pensavamo di trovare un vero e proprio serpentone umano davanti all’entrata della casa di Monet.
Visto che la coda era lunghissima e le temperature roventi abbiamo deciso di pranzare prima di entrare aspettando che la fila si accorciasse un po’.
Cosi’ dopo aver fatto un salto nel delizioso negozietto di souvenirs che vedete nella foto qui sotto (si trova proprio davanti alla casa del pittore), siamo andati al ristorante Le Nymphés accanto alla boutique.
Che dire? Un vero angolo di paradiso. Abbiamo mangiato delle ottime omelettes sulla terrazza esterna circondata da fiori colorati. Bellissimo! Ottimi anche i dolci che accompagnavano il mio consueto “decà gourmand”!
Purtroppo la sosta al ristorante non é servita!
La coda dopo pranzo era raddoppiata.
Mio marito era già deciso a fare dietrofront!
Ma sapete come sono… cocciuta come un mulo… quando mi metto in testa qualcosa la devo fare per forza…
Cosi inizio a girare intorno alla casa in cerca di una via di scampo… ed é cosi’ che in una viuzza sulla destra rispetto all’etrata principale, trovo un accesso secondario da dove entrano i gruppi con prenotazione o quelli con piu’ di 20 persone…
Non demordo e vado a chiedere.
Grazie alla mia caparbietà scopro che quando manca un’oretta circa alla chiusura fanno entrare anche da li’.
E vaiiiii chi la dura la vince! Un’ora é sufficiente per visitare sia il giardino sia la casa di Monet!
Ah dimenticavo prima di entrare é d’obbligo una tappa nel delizioso negozio di cappelli di fronte all’ingresso principale!
Una volta entrati (dall’ingresso secondario) vi troverete catapultati nel giardino di Monet, nella parte che gira intorno ai laghetti con le ninfee tanto ritratti nelle sue opéré.
Quando abbiamo visitato la casa di Monet (ad inizio giugno) la fioritura era appena iniziata, ma il quadro era davvero suggestivo.
La luce… oh la luce era meravigliosa, non a caso il pittore aveva deciso di vivere qui!
Nelle foto che abbiamo scattato con il mio iPhone anche noi sembravamo parte di un dipinto.
Non é incredibile? Tutto merito della luce…
Magica!
Il giro completo dei laghetti non prende molto tempo… sempre se non considerate il fatto di far la coda per scattare qualche foto senza mille turisti dietro.
Visto poi che si andava verso l’orario di chiusura ce la siamo cavata con poco.
Io sono convinta che se Monet avesse visto Dario vestito cosi’ avrebbe avuto voglia di ritrarlo!
Ma quanto era bello?
Lo so, lo so, sono di parte 😉
Ma quanto era bello?
Lo so, lo so, sono di parte 😉
PS Visto che bello l’effetto specchio di questa foto?
Per ottenerlo basta usare lo schermo di un altro telefonino messo in modo perpendiculaire.
Et voilà la magia é fatta 😉
Terminata la visita ai laghetti si passa nel giardino che fronteggia la casa di Monet, dove tantissime varietà di fiori colorano il panorama.
Bellissimo il pergolato che porta davanti al’ingresso. Peccato che l’accesso sia vietato!
La casa é meravigliosa.
I colori trionfano, ma mai in modo ostentato.
E’ tutto deliziosamente armonico come nelle opere dell’artista.
La cucina…. ah é stato amore a prima vista! Bellissima!
Sono rimasta incantata come una bambina davanti all’albero di Natale!
E la sala da pranzo non é da meno!
Di un gallo delicato che invita a sorridere.
Sa di vaniglia e limone, di un abbraccio d’inverno e di fresche sere d’estate…
Anche Dario é rimasto affascinato.
Tutte le pentole luccicanti appese in fila, la bilancia con i pesi, il tavolo di legno…
… e tanti altri particolari che attirano l’attenzione dei piccoli visitatori curiosi!
… e tanti altri particolari che attirano l’attenzione dei piccoli visitatori curiosi!
E tante tantissime finestre… anche la casa, come il giardino, é immersa nella luce…
Luce ovunque anche nelle sale da bagno e nelle camere, ampie, arieggiate, non certo anguste come le soffitte parigine (che nonostate tutto conservano un fascine senza tempo)!
Celeste, albicocca, giallo canarino, blu cielo, verde smeraldo i colori di casa Monet sono vivi, decisi e delicati, si fondono con la natura che circonda l’edificio e si armonizzano tra di loro. Una serie di accostamenti a prima vista bizzarri che solo l’occhio esperto di un’artista riesce a rendere gradevoli.
Il giro completo della casa, disposta su due piani, prende all’incirca un’altra mezz’ora.
Mi prendete per matta se vi dico che nelle stanze si sente ancora lo spirito di Monet?
Prima di completare la nostra visita, ho tenuto come ultima stanza la piu’ significativa…
No, non é la cucina (che mi sarei portata via volontieri)…
No, non é la cucina (che mi sarei portata via volontieri)…
Lo studio di Claude Monet, ultima tappa della nostra visita, conserva qualcosa di magico, surreale… sarà per le tele appese alle pareti che sembrano respirare, sarà per la luce che entra dall’immensa finestra… illuminando la sua postazione di lavoro…
Appena l’ho visto ho pensato alla mia Claudia (Fattoconilcuore). Impossibile non sentirsi ispirati in un posto cosi’!
Ed in questa stanza suggestiva, termina la nostra aventura sui passi di Monet!
E’ stata meravigliosa!
Un’esperienza che consiglio vivamente e che ripeterei!
Giverny é un posto magico e se venite qualche giorno a Parigi vi consiglio di ritagliarvi uno spazio per sognare ad occhi aperti in questo angolo di paradiso dove lo spirito artitstico che aleggia nell’aria vi coinvolgerà a tal punto…
Da farvi desiderare di diventare parte di un quadro impressionista…
Che dite ci siamo riusciti?
Leggendo questo post vi consiglio di ascoltare Y’a d’la joie – Charles Trenet
Stefania Stefania dice
È una vita che sogno Giverny.. anch'io come te, dopo averli studiati sui libri, quando mi sono trovata a 27 anni per la prima.volta al musee d'orsay davanti a quelle tele meravigliose mi sono commossa.. grazie per questo stupendo reportage fotografico e… siete perfettamente inseriti nello sfondo impressionista
Impastastorie dice
Grazieeee a te Stefania! Sono contenta che il post ti sia piaciuto! 🙂 :-*