“… Aveva trovato la stoffa per l’amica di Pierre una domenica di maggio, su una bancarella del marche’ d’Aligre. Se ne era innamorata subito, senza incertezze, senza esitazione. Sarebbe stata perfetta per il primo appuntamento con Pierre, semplice e romantica eppur così elegante… pensarla indosso ad un’altra le faceva male. Troppo. Ma una promessa e’ una promessa e lei lavorava per questo, per realizzare desideri…” (Impastastorie)
J’attendrai … un sogno ad occhi aperti
(ultima parte)
racconto liberamente ispirato alla Sartoria dei Confetti di Federica Zancan
Pique-nique à la maison, Paris |
Anche le cose belle, emozionanti, che riempiono il cuore, hanno una fine. L’importante é che lascino un bel ricordo e luce dietro… e davanti a loro.
Scrivere, ormai lo sapete, per me é terapeutico, necessario. Vivo immersa nelle mie storie, vedo e cerco spunti ovunque. Quando la mia strada ha incrociato quella di Federica della Sartoria dei Confetti, questa storia é arrivata da se, semplicemente, come accade sempre con le cose migliori.
Grazie Federica per avermi dato l’opportunità di scriverla. Per me é stato un privilegio. Immergermi nell’atmosfera magica della tua Sartoria é stata una bellissima avventura che mi ha portato aria nuova, fresca e pulita.
Ti mando un abbraccio col cuore e spero di dartelo presto di persona! Io ti aspetto a Paris, sono sicura che te innamorerai!
Montmartre – Paris |
Ora vi lascio l’ultima parte del mio racconto, sperando che leggerlo vi emozioni almeno quanto é successo a me scrivendolo…
Se non avete ancora letto la prima parte la trovate QUI
La seconda parte QUI
E la terza QUI
Buona lettura mie care sognatrici!
Le gonne della Sartoria – Paris |
“...Torna in atelier con la stoffa in un sacchetto di carta beige, ma quando infila le chiavi nella serratura, trova una sorpresa ad attenderla. La porta é gia aperta… il che puo significare solo una cosa. Le gambe le tremano. Con le mani sudate ed il cuore che le rimbalza nel petto apre il pesante battente in ferro e vetro ed entra.
Eccola lì, in penombra, seduta alla sua scrivania invasa da scampoli di stoffa colorata. Nel suo completo grigio, troppo grande sulla sua figura esile, sembra l’ombra di se stessa. L’altéra ed affascinare madame Blanchard ha lasciato il posto ad un’anziana signora dall’aria dimessa.
Marie lascia cadere il sacchetto a terra. Adeline alza la testa. Sulla scena solo loro, il ticchettio della pendola ed il rumore dei loro pensieri. Gli occhi di madame Blanchard sono velati. Marie si gira in direzione della porta pronta a sfuggire ad un fiume di collera e veleno.
Appena appoggia la mano sulla maniglia, viene travolta da un grido, un suono inatteso, tonante e trionfale. Una risata.
Madame Blanchard é esplosa in una risata irrefrenabile che scuote il suo corpo ossuto sotto i vestiti pesanti. Marie resta immobile incapace di pensare. Teme che dopo la risata arrivi la rabbia, il risentimento, la cattiveria. Quando l’attaché ilare, che ha riportato un po’ di colore sulle guance esangui della sua titolare, si interrompe, Marie chiude gli occhi.
Ha troppa paura. Si sente in colpa…
Eccola lì, in penombra, seduta alla sua scrivania invasa da scampoli di stoffa colorata. Nel suo completo grigio, troppo grande sulla sua figura esile, sembra l’ombra di se stessa. L’altéra ed affascinare madame Blanchard ha lasciato il posto ad un’anziana signora dall’aria dimessa.
Marie lascia cadere il sacchetto a terra. Adeline alza la testa. Sulla scena solo loro, il ticchettio della pendola ed il rumore dei loro pensieri. Gli occhi di madame Blanchard sono velati. Marie si gira in direzione della porta pronta a sfuggire ad un fiume di collera e veleno.
Appena appoggia la mano sulla maniglia, viene travolta da un grido, un suono inatteso, tonante e trionfale. Una risata.
Madame Blanchard é esplosa in una risata irrefrenabile che scuote il suo corpo ossuto sotto i vestiti pesanti. Marie resta immobile incapace di pensare. Teme che dopo la risata arrivi la rabbia, il risentimento, la cattiveria. Quando l’attaché ilare, che ha riportato un po’ di colore sulle guance esangui della sua titolare, si interrompe, Marie chiude gli occhi.
Ha troppa paura. Si sente in colpa…
Printemps – Paris |
“Di cosa hai paura Marie? Di una vecchia malata che non riesce neppur ad alzarsi da questa sedia? Pensi che sia arrabbiata, delusa, offesa? Si lo sono…”
Gli occhi di Marie si riempiono di lacrime.
“Ma solo anche sorpresa, entusiasta ed ammirata. Hai fatto più te per l’atelier in qualche mese che io in tutta la vita… Hai un quaderno pieno di ordini. Dei feedback entusiasti. Tutte vogliono una delle tue creazioni colorate e piene di vita. Gli ordini per le gonne grigie sono quasi nulli… Forse ho sbagliato Marie ad imporre il mio stile di vita agli altri … Tu con i tuoi fiori, la tua freschezza ed i tuoi colori hai portato a queste donne quello di cui avevano più bisogno, la speranza… mentre io le coprivo con il grigiore della mia quotidianità. Brava Marie. Complimenti. Hai talento. Ora tocca a te decidere come farlo fruttare. Ora basta! Non restare lì immobile ed imbambolata. Prendi quel sacchetto che ti é caduto a terra e fuori dai piedi ragazzina“.
Marie scatta come una molla schiaffeggiata ed accarezzata da quelle parole. Afferra il sacchetto e corre via tanto velocemente da non sentire Adeline che le urla dietro “bonne chance” mentre un sorriso sincero le si apre sul volto.
Bonheur – Paris |
Marie corre fino alla sua chambre de bonne. Sale le scale due alla volta e si chiude la porta alle spalle per rintanarsi nel suo piccolo mondo. Le parole di madame Blanchard le risuonano ancora nella testa
“Hai fatto più te per l’atelier in qualche mese che io in tutta la vita… Hai un quaderno pieno di ordini… Complimenti…. Hai talento. Ora tocca a te decidere come farlo fruttare...”
Un atelier tutto suo? In realtà ci pensa da un po’. Nonna Céline le ha lasciato una piccola somma da investire e Marguerite ha trovato un piccolo locale in affitto al rez-de-chaussée del suo palazzo in rue des Tournelles … se solo avesse il coraggio …
Look da pique-nique – Paris |
Guarda l’orologio appeso sopra la cucina… sono gia le 16.30 deve consegnare la gonna entro sera. Pierre le ha lasciato un indirizzo, probabilmente lo stesso della sua ragazza.
Che giornata! Dopo aver perso il lavoro avrebbe conosciuto anche la ragazza dell’uomo di cui era innamorata… Marie prova a spingere indietro le lacrime che le bruciano negli occhi ed inizia a cucire. Lavora senza sosta, le dita le fanno male, ma non le importa, lavorare l’aiuta a non pensare.
Puntuale, con i capelli arruffati ed il cuore in subbuglio, Marie e’ all’ultimo piano del palazzo di rue Saint-Louis en l’Ile. Si dirige verso la porta con il batticuore di chi sa di dover rinunciare ad un sogno per consegnarlo in mani sconosciute. Si avoisina. Sul battente una lettera, appesa alla porta in legno con una puntina. Sopra c’è un nome. Il suo.
Marie la apre con mani tremanti. La grafia, che non conosce, e’ elegante e devisa “Indossa la gonna che hai nel sacchetto e la camicetta che troverai lungo la scala che porta sul tetto. Porta con te il tuo sorriso più bello ed aspettami lì“.
Nessuna firma. Possibile che si tratti di uno scherzo? La curiosità la spinge ad agire d’impulso. In fondo in quella giornata così strana cos’ha da perdere?
Il mio amato balconcino – Paris |
Prende con cura la gonna che tanto ha desiderato. Bianca, con un delicato intreccio di rami di magnolia in fiore. La indossa. E’ perfetta. Candida e leggera come un soffio di primavera.
Sale le prime scale ed appesa al corrimano la trova, una camicetta rosa confetto, con uno scollo ampio che lascia le spalle scoperte. La stoffa leggera le scivola sulla pelle, liscia come seta. Accanto all’ultimo scalino Marie trova una scala che porta alla botola d’accesso al tetto.
Con le gambe che le tremano sale, apre lo sportello ed esse.
Gli occhi le si riempiono di meraviglia. Parigi e’ ai suoi piedi mentre le sue dita sfiorano l’orizzonte. Le guglie di Nôtre Dame si scagliano fière contro il cielo iniettato di rosa all’ora del tramonto. La Tour Eiffel in lontananza regna solenne e silenziosa sulla città. Alle sue spalle la cupola immacolata della Basilica del Sacré Cœur.
Gli occhi le si riempiono di meraviglia. Parigi e’ ai suoi piedi mentre le sue dita sfiorano l’orizzonte. Le guglie di Nôtre Dame si scagliano fière contro il cielo iniettato di rosa all’ora del tramonto. La Tour Eiffel in lontananza regna solenne e silenziosa sulla città. Alle sue spalle la cupola immacolata della Basilica del Sacré Cœur.
Le gonne della Sartoria – Paris |
Sul pavimento un’ampia tovaglia a quadretti bianchi e rossi ed un cesto da pique-nique da cui fanno capolino una baguette ed una bottiglia di champagne.
E poi fiori, tanti, tantissimi. Peonie, ortensie, rose e tulipani nelle delicate tonalità del bianco, rosa e fucsia. La musica di un vecchio grammofono suona una vecchia canzone romantica.
E poi fiori, tanti, tantissimi. Peonie, ortensie, rose e tulipani nelle delicate tonalità del bianco, rosa e fucsia. La musica di un vecchio grammofono suona una vecchia canzone romantica.
I colombi tubano in una voliera, chambre d’hôtes che li accoglie durante il loro peregrinare. Marie ha il cuore gonfio di un sentimento che non sa ancora definire.
Sui comignoli, vasi a forma di calice raccolgono confetti rosa, bianchi ed avoir.
E’ solo allora che lo capisce. E’ solo allora che con un lampo di certezza sa che cosa avrebbe dovuto fare. “La sartoria dei confetti” e’ sempre stata lì, dentro di lei, pronta a realizzare i sogni degli altri ed il suo.
E’ solo allora che lo capisce. E’ solo allora che con un lampo di certezza sa che cosa avrebbe dovuto fare. “La sartoria dei confetti” e’ sempre stata lì, dentro di lei, pronta a realizzare i sogni degli altri ed il suo.
Santé – Paris |
Sul suo volto si allarga un sorriso meraviglioso, di quelli che partono dal cuore e segnano una rinascita. Le gambe smettono di tremare. Ed e’ solo allora con gli occhi ancora puntati sulla Tour Eiffel che lo sente. Uno sguardo intenso, protettivo e caldo, posato su di lei. Un desiderio pronto a diventare realtà. Chiude gli occhi e si volta. Resta immobile.
La brezza estiva le accarezza le gambe nude facendo danzare le magnolie rosa dipinte sulla gonna, simbolo d’amore.
Indimenticabile. Sarebbe rimasta per sempre la sua preferita, lo aveva capito dal primo istante. Impossibile sbagliarsi.
Indimenticabile. Sarebbe rimasta per sempre la sua preferita, lo aveva capito dal primo istante. Impossibile sbagliarsi.
Sente i suoi passi avvicinarsi, il suo profumo di ambra, patchouli e cassis l’avvolge in un abbraccio delicato mentre Pierre si china per baciarla.
Restano così, intrecciati come rami di magnolia sullo sfondo di una Parigi in rosa, mentre i loro occhi si scambiano una promessa silenziosa, che li legherà per sempre”.
Restano così, intrecciati come rami di magnolia sullo sfondo di una Parigi in rosa, mentre i loro occhi si scambiano una promessa silenziosa, che li legherà per sempre”.
Fine
Foto di Fattoconilcuore – Paris |
Tutte le gonne indossate in questo post sono realizzate a mano da Federica Zancan della Sartoria dei Confetti… io credo che siano un po’ magiche e voi?
Amitié – Paris |
Vorrei ringraziare di cuore anche Claudia di Fattoconilcuore, per l’amicizia, le foto straordinarie ed i sorrisi che mi ha saputo donare! E’ stato meraviglioso condividere questi momenti insieme! #grazieconilcuore
Fattoconilcuore e Impastastorie – Noi |
Leggendo questo post vi consiglio di ascoltare J’attendrai nella versione della Paris Jazz Band
fattoconilcuore dice
Questo racconto mi ha emozionato, immaginavo ogni scena da te descritta, ma questo ormai lo sai, perché accade ogni volta che leggo le tue meravigliose storie. Bravissima Michi non fermarti mai e continua a dare sfogo alla tua fantasia. ti adoro