“C’era una volta un meraviglioso albero di ciliegie. Si trovava in cima ad una collina vicino alla fattoria dei nonni di Matilda, una bimba bellissima, curiosa e tanto, tanto golosa…”
Il bruco dispettoso che non voleva diventare farfalla
… una bimba bellissima, curiosa e tanto, tanto golosa. Matilda era ghiotta di ciliegie, ma nonna Marie l’aveva avvertita …
Era un avvertimento un po’ strano, ma nonna Marie, con i suoi modi da fattucchiera, era sempre stata diversa dagli altri ed era anche per questo che Matilda l’amava così tanto. Somigliava a sua madre Noëlle che lei adorava oltre ogni limite. Lei ammirava moltissimo entrambe e da grande voleva diventare forte e coraggiosa come loro. La piccola per un po’ di tempo aveva obbedito a nonna Marie.
… tutta eccitata dall’arrivo del nuovo cucciolo di casa.
Francine, la maialina della fattoria, in un’assolata mattinata di giugno, aveva dato alla luce sette fantastici cuccioli, tutti perfettamente rosa, tranne uno, maculato con qualche striatura scura ed una voglia sul naso che a Matilda sembrava un cuoricino. Divenne subito il suo preferito…
Matilda impegnata con la sua nuova compagna di gioco, si era completamente dimenticata del ciliegio, ma un giorno Odette, piano piano, si era avvicinata all’albero proibito. Quando la piccola se ne era accorta la maialina stava già masticando la sua succulenta ciliegia!
“Noooo Odette” aveva strillato Matilda con tutto il fiato che aveva nei polmoni, correndo a più non posso per fermarla. Ma il guaio ormai era fatto ed Odette l’aveva guardata con l’aria soddisfatta ed il muso tutto rosso.
“Noooo Odette” aveva strillato Matilda con tutto il fiato che aveva nei polmoni, correndo a più non posso per fermarla. Ma il guaio ormai era fatto ed Odette l’aveva guardata con l’aria soddisfatta ed il muso tutto rosso.
“È buona? ” Le aveva chiesto Matilda.
Odette per tutta risposta si era buttata sulle altre ciliegie!
Matilda si era avvicinata all’albero incuriosita. Non era mai arrivata così vicino…
Matilda non ci aveva pensato due volte. Dimenticando tutte le raccomandazioni della nonna aveva teso il braccio e sporgendosi in punta di piedi, aveva raccolto la ciliegia, senza accorgersi di un minuscolo foro vicino al gambetto. Si era inginocchiata vicino ad Odette ed in un batter di ciglia l’aveva mangiata.
“Com’era?”Matilda si era quasi strozzata con l’ultimo pezzo di ciliegia sorpresa da quella vocina acuta e sottile.
“Chi è?” Aveva chiesto la bambina guardandondosi intorno.
“Dove guardi? Sono qui sotto, vicino a te!“
La piccola aveva rivolto lo sguardo verso i suoi piedi dove Odette era in attesa con uno sguardo attento e divertito.
“Odette? Sei tu che hai parlato?”
“Ma é meraviglioso“, aveva esclamato la maialina facendo una piroetta.
“Tu puoi sentirmi. Cioe’, sia ben chiaro, ho sempre saputo che sentivi la voce del mio cuore, che parlavamo con gli occhi e che sai interpretare i miei grugniti, ma questo e’… Wow!!! Supermegafavoloso!!! Ho una voce che tu puoi sentire, e che voce ….Sono queste ciliegie! Sono magiche!” Aveva urlato Odette folgorata da un’intuizione.
“Sai che scoperta“.
Matilda era sobbalzata tenendosi il pancino dove qualcosa aveva fatto una piroetta.
“Odette hai parlato tu?”
“Io?” Aveva risposto stupita la maialina. “Non ho detto proprio nulla…” .
“E sarebbe anche l’ora che la smettessi di straparlare!!! »
Matilda si era tenuta la pancia dove qualcosa aveva fatto una capriola.
“Chi parla?” Aveva urlato la bimba spaventata.
“Sono io” un pizzico all’altezza dei reni.
“Io chi?“
“Petit-Chenille, monsieur bruchetto per gli amici” un solletico da fianco a fianco.
“Dove sei?“
“Qui. Nel tuo pancino“.
La bimba spaventata si era toccata appena sotto l’ombelico.
“Come hai fatto ad arrivare lì?”
“Ero nella ciliegia, quella grossa, rossa e succosa…”
“Cosa succede?” aveva domandato Odette che non poteva sentire la voce di Petit-Chenille.
Matilda le aveva spiegato la situazione e la maialina si era offerta di aiutarla.
“Insieme ce la faremo! L’unione fa la forza e l’amicizia fa miracoli“, aveva detto Odette per nulla preoccupata.
E le due si erano messe a discutere animatamente di percorsi, labirinti e vie d’uscita…
Il tempo passava, il ciliegio aveva perso i frutti e le foglie ed il bruchetto era ancora in cerca di una via d’uscita. I suoi rimbalzi, danze e passeggiate provocavano dei piccoli turbamenti che facevano preuccupare tutte le persone che amavano Matilda e che volevano aiutarla a stare meglio.
... ma Matilda sapeva che per star meglio le sarebbe servita una magia vera, per far uscire il bruchino dal pancino.
Con Odette avevano provato ad architettare un po’ di trucchi…
Il flauto magico, sperando che il Petit-chenille seguendo la musica trovasse la via …
Il gioco “una ciliegia tira l’altra” immaginando che sentendo il profumo di tanti frutti golosi e succosi il bruchetto spuntasse fuori … Avevano provato anche a guidarlo in una specie di gioco dell’oca, ma non erano riuscite nel loro intento.
Con Odette avevano provato ad architettare un po’ di trucchi…
Il flauto magico, sperando che il Petit-chenille seguendo la musica trovasse la via …
Il gioco “una ciliegia tira l’altra” immaginando che sentendo il profumo di tanti frutti golosi e succosi il bruchetto spuntasse fuori … Avevano provato anche a guidarlo in una specie di gioco dell’oca, ma non erano riuscite nel loro intento.
Si era costruito una casetta accogliente con cucina, camera e salotto e si divertiva a giocare tutto il giorno provocando alla piccola tanto fastidio…
Mano male che c’erano Odette, mamma, papà e nonna che con il loro amore la tenevano ancorata a terra…
Un giorno, stanca di fare avanti ed indietro dall’ospedale, mentre era sdraiata sul prato con Odette, che russava sotto le stelle, Matilda aveva chiesto al bruchetto:
“Perché non collabori quando noi cerchiamo di farti uscire?”
...aveva confessato quasi in lacrime la piccola.
“Anche io“, aveva risposto il bruchetto con un filo di voce.
“Davvero?”, aveva chiesto Matilda senza aprire bocca. Stavano usando la voce del cuore.
“Si“
“E di cosa?”.
“Di uscire, del mondo fuori, dei pericoli che incontrerò dopo essermi trasformato in farfalla. Io qui sto bene. Nel tuo pancino sono al sicuro. Perché devo lasciare questa casetta accogliente per un mondo che non conosco?“
“Perché e’ meraviglioso qui fuori! Certo i pericoli non mancano” aveva risposto la piccola, “ma vuoi mettere vedere la luce del sole, volare libero nel cielo ed essere ammirato da tutti per i tuoi bellissimi colori?”
“Ma io ho paura di volare, soffro di vertigini … e non mi piace essere al centro dell’attenzione…”
“…Così non scoprirai mai che volare e’ bellissimo e che il mondo visto dall’alto e’ favoloso… che le farfalle sono piccoli messaggeri che portano colore, leggerezza e buonumore. É vero nel mio pancino vivrai al sicuro, ma senza essere libero non sarai mai felice”.
C’era stato un lungo silenzio. Era quasi spuntata l’alba quando Matilda lo aveva sentito, un pizzico impercettibile tra ombelico e cuore ed un la sensazione di vuoto e leggerezza. Si sentiva di nuovo bene. Si era messa a sedere di scatto portandosi una mano sulla pancia e solo allora aveva compreso. Al suo franco, all’ombra del ciliegio, Odette si stava stirando rumorosamente.
“Odette Odette ascoltami e’ successa una cosa meravigliosa” ma la piccola maialina non riusciva piu’ ad emetter una parola, solo piccoli grugniti.
La magia era finita. Matilda non vedeva l’ora di correre a dire a tutti che stava meglio. Con un pizzico di nostalgia, aveva preso Odette tra le braccia.
Guardandola meglio si era resa conto di una cosa… la voglia sul suo musetto non era più a forma di cuore ❤,
In fondo non e’ forse l’amore che ci da coraggio, ci rende liberi e ci permette di volare?
Un grazie immenso alla meravigliosa Claudia Mancuso di Fattoconilcuore per le straordinarie illustrazioni inedite ed originali che accompagnano la storia scritta da me.
Torneremo presto, promesso, con tante belle sorprese, magiche ed emozionanti…